Il luogo in cui si trova era a noi sconosciuto: Azzio (link http://it.wikipedia.org/wiki/Azzio),
un paesino di 800 abitanti posto sul margine settentrionale del parco di campo
dei fiori, in provincia di Varese, a circa 6 km da Laveno. Il navigatore ci ha
fatti uscire dall’autostrada a Buguggiate e proseguendo lungo il lago di Varese
per Gavirate e poi Gemonio finchè si sale ad Azzio. Il ristorante si trova
all’inizio del paese, al margine del bosco, e ci si arriva tramite una strada
asfaltata ma strettissima (ci passa una macchina per volta).
Il luogo è molto suggestivo: immerso nel verde di boschi e
colline, in un silenzio irreale. Parcheggiamo l’auto nel piccolo parcheggio del
ristorante, facciamo una breve passeggiate e alle 13 iniziamo il pranzo.
Premessa doverosa: io non sono vegetariano e non me ne intendo di questo tipo
di cucina, in ogni caso la mia recensione del servizio e della qualità del cibo
è indubbiamente positiva. Resta il fatto che sono uscito con un certo languorino
(ma è colpa mia, non ho mangiato tutto visto alcune cose non le gradivo). Come
antipasto abbiamo mangiato dei formaggi col miele e una crema particolare di
lenticchie e zenzero. Come primo una zuppa e del riso con asparagi. Come
secondo uno spezzatino vegetale e delle torte salate di porri e cipolle. Come
dolce un budino con fragole. Nota positiva aggiuntiva: la birra che avevano era
la Menabrea anniversario, l’unica di questa marca ancora prodotta a Biella
(come una volta …). Per finire: caffè (ma si poteva scegliere la tisana).
Le previsione meteo erano catastrofiche ma in realtà il
cielo era percorso da nuvoloni spessi ma di passaggio, visto il forte vento che
spirava. Terminato il pranzo, visto che non pioveva, siamo andati a Laveno
(link http://it.wikipedia.org/wiki/Laveno-Mombello). Il posto è carino e in una
bella giornata di sole si possono fare molte cose: visitare i monumenti
presenti, godersi un gelato lungo lago, fare un giro in battello (dalla parte
opposta del lago c’è Verbania e si può anche scorgere Stresa e l’Isola Madre),
salire con la funivia a quasi 1000 metri. Purtroppo la giornata bruttina ci ha
fortemente limitati: gelato al coperto causa breve acquazzone e poi passeggiata
lungo lago, per poi rientrare a casa. Con un promessa: a Laveno ci torno.
Magari col treno delle Ferrovienord (da Saronno a Laveno in poco più di un’ora).
Alcuni riferimenti:
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